Fiera di settore, London Wine Fair – 21/23 Maggio – Londra
Scheda paese
Con un mercato maturo e molto competitivo, il Regno Unito si riconferma tra i maggiori importatori di vino e quindi uno dei paesi più attrattivi a livello internazionale. Per i vini italiani rappresenta il terzo mercato d’esportazione in volume e il secondo in valore. L’Italia che ad oggi non ha subito grossi contraccolpi dalla Brexit, grazie anche alle performances del Prosecco, nel 2016 ha esportato in Gran Bretagna prodotto per oltre 700 milioni di euro. La birra resta la bevanda alcolica più consumata ma i consumi sono in calo a dimostrazione che gli inglesi stanno modificando le loro abitudini preferendo sempre più il vino, con un consumo pro capite annuale di poco sotto i 24 litri. Il mercato è costituito essenzialmente dalle importazioni provenienti principalmente da Australia e Italia, Francia, Stati Uniti, Spagna, Cile, Sudafrica, Nuova Zelanda, Germania, Argentina.
Gli inglesi, popolo cosmopolita, sono da sempre aperti alla conoscenza di altre culture e tradizioni. Negli ultimi vent’anni la cucina italiana – grazie alla forte presenza di ristoranti ed enoteche che hanno contribuito a far conoscere e apprezzare i nostri prodotti e grazie anche alla presenza di operatori di origine italiana nel settore della distribuzione – ha conosciuto un crescente successo che ha fatto da traino alla crescita delle vendite del vino italiano.
Le preferenze vanno ai vini bianchi: 46% del venduto, poi i rossi (42%) e i rosati (12%). È in aumento costante il consumo di vini frizzanti e di spumanti che hanno preso sempre più piede diventando “di moda” anche nei pub dove gli inglesi amano consumarli in compagnia. Il 20% del vino si vende nel settore HoReCa canale commerciale dove i vini italiani sono meglio posizionati anche se il principale canale di vendita restano le catene della GDO che usualmente acquistano direttamente dai produttori riuscendo quindi a ridurre i prezzi. In costante crescita le vendite on-line che rappresentano l’11% del venduto totale, anche se si deve tenere presente che una parte di quelle vendite in realtà rientrano tra le vendite a domicilio delle catene di supermercati.
È indubbio che il voto pro Brexit abbia scatenato dubbi e timori sul futuro dei rapporti tra Gran Bretagna ed Europa facendo presagire scenari di grande cambiamento con possibili ricadute sul commercio globale. Ed è indubbio che per l’Italia, proprio per l’importanza che il mercato britannico riveste per i nostri vini, la Brexit può rappresentare un serio problema da affrontare.
Ora tutto è legato all’evolversi dei negoziati, ma pur pesando le incognite, la Gran Bretagna rimane per il vino italiano un mercato di grande potenzialità. Dopo un brusco calo all’indomani della Brexit, la sterlina recentemente si è rafforzata ridando stimolo all’import britannico. “Ci sono state reazioni favorevoli e contrarie, ma non si può negare il grosso disagio creato, specialmente per il mondo del vino, specialmente per il Prosecco” ha affermato Sarah Abbott Master of Wine britannica facendo il punto della situazione a distanza di un anno e mezzo dal voto. Ma sempre secondo la Abbott “non è cambiato l’amore degli inglesi per il vino italiano”, la loro passione per il vino ha permesso alla Gran Bretagna di reggere bene le conseguenze immediate della Brexit.
“Tenere duro e non abbandonare l’export verso il mercato inglese” è l’esortazione che la Master of Wine britannica rivolge al mondo vitivinicolo italiano.